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Il barista saggio protegge i 300mila euro dei genitori

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In questa definizione io interpreto il ruolo di una sorta di "regolatore degli scambi" che in conseguenza della propria funzione garantisce sempre (ovvero in "continua") sul mercato dove opera la presenza di valori minimi sul lato denaro/lettera tali da consentire al titolo trattato un prezzo e una scambiabilità ridotta ma essenziale. Forse però la mia è una lettura errata.
Utilizzo un esempio concreto per chiarire il mio dubbio. Da tempo sto cercando di acquistare l'obbligazione Banca Agrileasing a tasso variabile con scadenza nel 2011 (codice Isin 0004345085) tra l'altro da voi segnalata in un articolo di «Plus24» del 5 aprile scorso. L'intermediario al quale mi sono rivolto per l'operazione opera sul mercato regolamentato Hi-Mtf dove il titolo nella scheda informativa scaricabile viene descritto come trattato da tre market maker (CentroSim, Banca Aletti e Iccrea) con un obbligo di quotazione minima di 150mila euro. Nonostante questo, io non sono mai riuscito a comprare il titolo, e l'intermediario a cui mi sono rivolto ha motivato la cosa spiegandomi che questo «non ha carta».
In effetti ci sono molti giorni (per esempio il 21 luglio scorso) in cui a fine giornata di Borsa il book di negoziazione non riporta nessuno scambio, ma soltanto il valore di un «prezzo medio ponderato». Ma come è possibile una situazione del genere se sul titolo operano tre market maker? Non dovrei trovare ogni giorno sul lato denaro e lettera (in domanda e in offerta) almeno una proposta per 150mila euro, formulata proprio dagli stessi, in virtù della loro funzione? Diversamente, in assenza di scambi, come è possibile prezzare il titolo?
A.S. - (Padova)
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- La domanda del lettore pone l'accento su un problema estremamente rilevante, soprattutto durante i periodi di elevato nervosismo: quello della "liquidità" del mercato secondario delle emissioni obbligazionarie. La "liquidità" di un titolo, spiega la società di consulenza indipendente JC&Associati, ne definisce la maggiore oppure la minore facilità a scambiarlo successivamente al periodo di collocamento. Normalmente la maggiore oppure la minore "liquidità" di un titolo ne definisce anche il costo di negoziazione per l'investitore finale; maggiore è la liquidità, minore è di solito lo "spread" denaro-lettera (cioè la differenza tra il prezzo al quale l'istituto di credito acquista e quello a cui vende un determinato titolo) e viceversa.
Per ovviare alla cronica mancanza di liquidità su molte emissioni obbligazionarie, si sono sviluppate negli ultimi anni numerose iniziative atte a consentire un processo più trasparente di determinazione del prezzo e una maggiore efficienza (cioè una maggiore liquidità) del mercato secondario. In particolare, successivamente alla nascita e al successo dell'Mts (il mercato per i titoli di Stato) e del Mot (quello per le emissioni "corporate" destinate alla clientela retail), sono nati numerosi mercati regolamentati frutto dell'iniziativa autonoma di uno o più intermediari. Tra questi c'è anche il "Hi-Mtf" citato dal nostro lettore.
Il mercato Hi-Mtf è nato dall'iniziativa di quattro istituti: CentroSim, Istituto centrale banche popolari, Iccrea Banca e Banca Aletti, con l'obiettivo di canalizzare tutti i rispettivi flussi dell'attività in obbligazioni. Il regolamento di questo mercato impone precise regole ai quattro partecipanti; in particolare: «I market maker hanno l'obbligo di esporre, in via continuativa, sugli strumenti finanziari per i quali garantiscono la liquidità, proposte di negoziazione (quote) in acquisto e in vendita (...) per quantità almeno pari a quelle minime comunicate da Hi-Mtf Sim Spa».
Il regolamento però precisa che «per gli strumenti finanziari non quotati su mercati regolamentati, i market maker possono esporre esclusivamente proposte di negoziazione in acquisto qualora la disponibilità dello strumento finanziario per il quale garantiscono liquidità risulti inferiore a 500mila euro di valore nominale (...) oppure qualora il reperimento delle quantità necessarie ad assicurare l'attività di market making risulti eccessivamente oneroso a causa di particolari eventi (...)». Inoltre, «i market maker possono richiedere l'esenzione temporanea dagli obblighi di liquidità, qualora sussistano condizioni di mercato tali da impedire il regolare svolgimento dell'attività di market making».
Da quanto precede, è evidente che l'obbligo dei market makers di esporre prezzi operativi in offerta non è assoluto e può essere temporaneamente sospeso in relazione alle condizioni di mercato e alla disponibilità del titolo stesso; è quindi possibile che su determinati titoli e in determinate situazioni, risulti comunque impossibile l'acquisto.
Venendo al caso specifico, secondo il regolamento, qualora venga esposto da un market maker un prezzo in offerta e la relativa quantità, l'acquisto da parte dell'investitore dovrebbe essere sempre possibile, a condizione che l'ordine sia stato effettuato correttamente e inserito tramite un aderente al Hi-Mtf.
  CONTINUA ...»

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